Quindici chilometri sopra l’Oceano Pacifico

 

Il Dimenticato osserva la distesa d’acqua che si estende al di sotto del Quinjet 3, assorto nei propri pensieri. Come sempre, non è di molte parole.

-Sono proprio contento che tu sia ancora vivo, sai? – rompe il ghiaccio l’Uomo Sabbia – Voglio dire, non è che abbiamo lavorato insieme a lungo, però...

-Capisco – risponde l’Eterno.

L’Uomo Sabbia ed il Fante di Cuori si scambiano un’occhiata perplessa, entrambi consci del fatto che l’immortale sembra avere la testa decisamente altrove. Anche Visione nota la cosa, ma a differenza degli umani sceglie di non analizzare l’informazione più del dovuto.

-Non abbiamo ricevuto nessuna informazione sul tuo conto per anni, Gilgamesh – interviene il sintezoide

-Ho meditato sino a poche ore fa, quando sono stato risvegliato da Enki... il re degli Eterni di Eridu, la mia vecchia città.

-Meditare? Non mi sembri il tipo da cose del genere – storce il naso l’Uomo Sabbia.

-Non possiedo nessun dato a proposito di questi Eterni di Eridu – continua Visione – Inoltre, ritenevo che tu provenissi da Olympia.

-Sono molto più vecchio di quella città, ed anche di Eridu. Ma tempo fa, quando i sumeri mi diedero il nome di Gilgamesh, vissi lì alcune avventure. I sudditi di Enki sono guerrieri straordinari, anche se dal carattere... insolito. Hanno sviluppato le proprie menti in modi che molti Eterni non immaginano neppure, e speravo potessero aiutarmi a riprendermi completamente dai miei scontri con gli Uomini Lava.

-Curioso che ti abbiano risvegliato proprio quando ci sono state quelle esplosioni ad Olympia e Lemuria – riflette il Fante di Cuori.

-Enki si è detto furioso dello stato in cui ha ritrovato il pianeta dopo il proprio risveglio. Non oserebbe attaccare direttamente Olympia, non credo desideri un’altra guerra. Ma il suo odio per i Devianti è... un secondo. Noi non stiamo andando verso Olympia, non è così?

Il Dimenticato si alza dal proprio posto e si dirige alla cabina di pilotaggio, dove attira l’attenzione di Jocasta:

-Presto, donna di metallo. E’ imperativo dirigerci verso Olympia... potremmo avere solo pochi minuti di tempo.

-Stai scherzando, vero? Alla velocità massima ci vogliono 2,1 ore di viaggio da New York ad Olympia!

-Questo vascello non può volare più veloce di così? – domanda incredulo l’Eterno.

-Stiamo andando a cinque volte la velocità del suono, e non siamo neanche nella direzione giusta per Olympia!

-Capisco – risponde il Dimenticato, rivolgendosi poi a Visione – Posso essere nella città degli Eterni entro mezz’ora, se mi sforzo abbastanza. Cercate di abbreviare i tempi.

-Sarebbe utile se tu ci dicessi...

Visione non fa in tempo a finire la frase, perché il Dimenticato forza il portello d’uscita e si getta nella stratosfera. Se non fosse per i campi di forza d’emergenza, l’intera cabina si sarebbe appena depressurizzata facendo fare la stessa fine ai Vendicatori presenti.

-...la causa dell’emergenza, dato che abbiamo già cinque Vendicatori sul posto. Ora capisco perché la sua permanenza nel gruppo è stata breve.

-Quindi, che si fa? – chiede il Fante di Cuori – Olympia o Lemuria?

 

 

 

#73

Il fardello dell’uomo eterno

Parte 3: Lemuria delenda est

di Carlo Monni e Fabio Furlanetto

 

 

Lemuria, Città dei Devianti, sotto l’Oceano Pacifico

 

-Che vuol dire che è una Lemuriana?- chiede Capitan America, rivolto a Kro ed alludendo alla giovane donna morta appena deposta a terra da Photon –Credevo che tutti voi foste Lemuriani.

-Noi siamo Devianti.- replica orgogliosamente il sovrano –I Lemuriani sono Homo Mermanus, la razza che abita gli abissi marini e respira acqua. Lascia che ti spieghi: più di12.000 anni fa conquistammo l’intero continente di Lemuria, che si stendeva nell’Oceano Pacifico, là dove oggi c’è il Giappone, e da lì iniziammo una campagna di conquiste mondiali. Dopo che i Celestiali scatenarono il cataclisma che distrusse i continenti di Lemuria ed Atlantide, coloro che sopravvissero si rifugiarono in questa città sottomarina e continuarono a chiamare il loro stato Lemuria, mentre in superficie quel nome diventava leggenda. Molte generazioni dopo un gruppo di Homo Mermanus, la cui pelle è perlopiù di colore verde ed in misura minore blu, si stabilì tra le rovine dell’antica capitale Lemuriana e la ricostruirono per farne la capitale di un impero sottomarino che oggi rivaleggia in potenza ed estensione con quello di Atlantide. Per secoli, anzi millenni, abbiamo vissuto ignorandoci gli uni con gli altri senza interferire nei rispettivi affari… almeno fino a che il perfido Gran Sacerdote Ghaur fece un’empia alleanza con Llyra, usurpatrice del trono della Lemuria mermana.[1]

-Grazie della lezione di storia a beneficio di Junior…- interviene Occhio di Falco -… ma io vorrei sapere come ci aiuta questo… a meno che non pensiate che ci sia Llyra dietro a tutto quanto.-

-Non chiedetelo a me.- replica Thunderstrike, mentre si guarda intorno nervosamente, ma nessuno dei Devianti presenti sembra intenzionato ricominciare ad attaccar briga, specialmente con lui –Ci ho a malapena capito qualcosa in tutto questo.

-Beh, una cosa è certa, direi: dietro a questi attentati non ci sono né i Devianti, né gli Eterni.- commenta Kro.

-Diciamo che siamo certi che ci sono di mezzo anche i Lemuriani, ma non possiamo ancora escludere nessuna ipotesi.- puntualizza Cap –Il che mi porta a pensare… chissà cosa hanno scoperto i nostri compagni ad Olympia?

 

 

Olympia, città degli Eterni

 

All’ombra dell’avanzatissimo dispositivo che permette a questa antica città di esistere sfasata rispetto al resto del pianeta, Ikaris solleva con una mano sola quello che sembra un innocuo vecchio dai capelli bianchi... la cui pelle sta lentamente riprendendo il naturale colorito blu.

-Un Inumano, dici? E come ha fatto ad impersonare Aletheo sotto i nostri occhi?

Zuras risponde con voce calma e profonda:

-Sto cercando di apprenderlo, ma la sua mente è ben schermata... non so se si tratti di tecnologia o se è il suo potere, ma non posso leggere i suoi pensieri.

-Io non ho intenzione di dirvi niente – risponde l’Inumano.

-Proviamo con i metodi degli umani, allora – controbatte Ikaris, lanciando l’impostore contro uno dei muri. Avrebbe potuto scagliarlo con forza sufficiente a ridurlo ad una poltiglia, ma non ha intenzione di ucciderlo... anche se, curiosamente, al momento non si ricorda perché.

-Credi di potermi intimidire? Non hai idea del tipo di addestramento che ho ricevuto.- replica, sprezzante, l’Inumano.

-Forse no. Ma considera questo, spia: posso rompere ogni osso del tuo corpo, per poi guarirti e romperlo di nuovo. Per un numero infinito di volte...o quasi. Voi Inumani vivete più a lungo degli umani, ma siete sempre mortali.

-Ti stai divertendo un po’ troppo a bluffare, Ikaris – comunica telepaticamente Zuras.

-Se ci fossero altre spie, tutta la città potrebbe essere in pericolo. Non possiamo rischiare ancora... e voglio solo ferirlo nell’orgoglio.

-Anche se volessi dirvi qualcosa, non conosco tutto il piano... dovevo scoprire come funzionava questo dispositivo e fare rapporto – risponde l’Inumano rialzandosi lentamente in piedi.

-A chi? Chi è il tuo capo? – chiede Zuras.

-Mi promettete l’immunità, se parlo?

In tutta risposta, Ikaris lo solleva telecineticamente da terra. L’Inumano comincia subito ad agitarsi, sbrigandosi a parlare:

-Aspetta, aspetta! D’accordo, il mio mandante è...

Non ci sono altre parole: l’Inumano senza nome si blocca immediatamente, afflosciandosi come un peso morto all’interno del campo telecinetico. Ikaris lo poggia a terra, accorrendo in suo soccorso. Per i suoi sensi occorre poco più di un secondo per comprendere la situazione:

-La sua mente si è spenta. E’ ancora vivo, ma è una tabula rasa... un guscio vuoto. Chi farebbe una cosa simile ad un proprio soldato? Persino i Devianti hanno più onore!

-Qualcuno che ha molto interesse a restare nell’ombra. E nessuno scrupolo per raggiungere i propri scopi – risponde Zuras, accarezzandosi la barba, immerso nei propri pensieri.

 

 

Sulle montagne della Grecia

 

<<Ho appena capito come batterli>> annuncia Iron Man ai propri compagni di squadra, mentre i tre Eterni di Eridu si avvicinano carichi di rabbia ed energia, decisi a cancellarli dalla faccia della Terra.

-Era ora, ho finito le idee su come evitare di restarci secca – risponde Songbird con un sospiro di sollievo.

<<Tu ed Ercole tratteneteli. Sersi, vieni con me>> ordina Iron Man, alzandosi in volo: gli stivali-jet si attivano a piena potenza, scagliandolo oltre l’orizzonte in un batter d’occhi.

Sersi lo segue, gesticolando verso un piccolo gruppo d’alberi prima di andarsene. Le piante si tramutano in un’orda di pipistrelli, che si posizionano proprio di fronte agli altri Eterni per coprire la ritirata.

-Come sarebbe a dire “tratteneteli”!? Come piano fa schifo! – protesta Songbird.

La nuvola di pipistrelli viene spazzata via da un vento sollevato da Enili, che atterra del tutto incurante del fatto che un Ercole arrabbiato sta caricando a testa bassa verso di lui.

-Ancora non l’hai capito, impostore? La forza bruta non può nulla contro chi controlla gli elementi! – si vanta l’Eterno, sollevando un tornado in miniatura... per le dimensioni, almeno, perché concentrata in quel piccolo spazio c’è tutta la potenza di un vero uragano.

Songbird non ha il tempo di preoccuparsi del compagno di squadra scagliato contro la montagna: Innara sta correndo verso di lei, brandendo una spada costruita molecola dopo molecola dall’aria stessa. La Vendicatrice si ripara impugnando una copia di suono solido dello scudo di Capitan America, che si spezza sotto lo sforzo.

-Credi di potermi fermare con questi giocattoli? – risponde Innara, afferrando la corazza sonica e strappandone un componente vitale come se fosse carta invece di titanio.

Songbird risponde con un grido che la corazza avrebbe dovuto modulare in un maglio di suono solido... ma ne esce soltanto un mugolio ultrasonico.

-Ha! Ecco le grandi gesta eroiche degli umani! Tutto quello che sapete fare è implorare pietà, adesso.

Non avendo altro con cui attaccarla, Songbird cerca di darle un pugno. Innara le afferra il polso, che si sloga sotto la pressione. Songbird non ha neanche il tempo di avvertire il dolore, prima che Innara l’abbia sollevata da terra stringendo una mano attorno alla gola.

-Forse ti terrò come animale da compagnia. Ma quella vocina ridicola deve sparire...ultime parole, prima che ti strappi le corde vocali?

-Sì – risponde Songbird, usando tutta la forza che ha per allentare di pochi millimetri la presa dell’Eterna – La corazza mi serve per andarci piano.

L’Eterna non capisce la risposta, dando a Songbird il tempo di riempirsi i polmoni.

Ed urlare.

Senza la corazza, non può generare oggetti di suono solido. Ma la corazza è solo lo strumento che usa per affinare il proprio potere, non la sua fonte...e quello che Innara sta sperimentando è la piena estensione della voce di Songbird, senza alcun freno.

Melissa Gold non è un’assassina, e non farebbe mai una cosa del genere contro un essere umano: a queste frequenze, la sua voce genera un impatto sufficiente a spaccare i muri. Ma la situazione è diversa: Innara è immortale. Questo non significa che non le si possa fare del male.

Ogni atomo del suo corpo vibra sotto la valanga sonora, ed i suoi timpani esplodono. Lascia andare la presa, nel tentativo di concentrarsi per riparare ai danni. Però è dura pensare, quando il tuo cervello è vittima di scosse telluriche, quando il sangue inizia a bollire per le rapidissime variazioni di pressione, quando l’aria nei tuoi polmoni esercita una pressione sufficiente a farli esplodere.

Songbird tace, portandosi le mani alla gola già in fiamme. Innara è fronte a lei, in ginocchio con le mani sulle orecchie sanguinanti.

-Ne hai abbastanza...o devo concederti il bis?

 

Sotto il bombardamento continuo di massi e rocce scagliati da un vento innaturale, Ercole avanza lentamente. Non è la prima volta nella sua lunga, lunghissima vita in cui deve combattere contro un Eterno... e come tutte le altre volte, trova la cosa piuttosto irritante.

-Di nuovo ti alzi in piedi? La tua stupidità è divertente, ma lodo la tua perseveranza – ride Enili lisciandosi la barba.

-La vostra è una questione tra Eterni, Enili! Lasciate i mortali fuori da tutto questo!

-E lasciare che continuino ad impestare il nostro regno? Dici di essere un dio, ma hai deciso di vivere tra questi animali... un tempo perversioni simili esistevano anche ad Eridu, è vero. Ma ci siamo elevati al di sopra di questi esseri patetici.

-Dovremmo ucciderli tutti quanti – interviene una voce femminile.

Innara atterra di fronte al fratello Eterno, tenendo Songbird per il colletto del costume...come se fosse un cucciolo. La Vendicatrice ha perso i sensi, mentre l’Eterna sembra decisamente aver passato giorni migliori: gocce di sangue scendono da naso e orecchie, ed i suoi occhi sono rossi di sangue e odio.

-Che è successo? – chiedono sia Ercole che Enili, per motivi diversi.

-Questa lurida cagna ha osato ferirmi!!! E’ ora di tornare alla guerra, Enili! Lemuria deve bruciare, così come per le strade delle città deve tornare a scorrere il sangue dei mortali!

-Non sembrano ferite così serie – alza le spalle l’Eterno.

In tutta risposta, Innara lo colpisce con un pugno sul naso. Abbastanza forte da suonare come una piccola esplosione, e da fargli perdere la concentrazione.

-Non ero mai stata ferita prima! – protesta Innara – E’ la prima volta che provo dolore, e non mi piace!!!

-Dovresti provare ancora – risponde Ercole.

Senza più i venti di Enili a bloccarlo, afferra la testa di Innara con entrambe le mani... e la scaglia con tutta forza verso il proprio ginocchio. L’Eterna è a terra, dolorante, mentre Ercole fa scroccare le nocche. Il suo sorriso gioviale è del tutto scomparso.

-Invero, di solito non è onorevole usare la violenza contro le donne. Ma, per quanto sia doloroso, certi animali rabbiosi debbono essere abbattuti per il loro stesso bene.

Innara cerca di rialzarsi, ma un gancio sinistro del Principe della Forza la inchioda definitivamente a terra...letteralmente.

Ercole si china per assicurarsi che Songbird sia ancora viva, ma non può restare fermo a lungo: Enili si è alzato in volo, ed un freddo vento pungente sta soffiando attorno a lui.

-Sei soltanto un impostore, non un vero dio! Cosa credi di fare contro un Eterno di Eridu?

Ercole è a meno di due metri di distanza. Enili concentra tutto il vento che è capace di muovere in una singola piccola scarica, e la lancia verso il cuore di Ercole...che continua a camminare, come se questa fosse solo una debole brezza mattutina.

-Come ho detto, non amo pugnare contro le donne. Ma tu, Eterno... questo è per Songbird.

Un diretto sinistro colpisce l’Eterno in faccia, facendogli schizzare del sangue dal naso. Enili cerca di rispondere, ma Ercole ne blocca facilmente il pugno e lo colpisce un’altra volta con il sinistro dopo averlo avvertito:

-E questo è per il Deviante che avete ucciso.

Il colpo scaglia Enili a più di duecento metri di distanza, dove una collina gli crolla in testa. Non dura più di pochi secondi: l’Eterno alza una tempesta di vento per liberarsi delle macerie, e vola direttamente verso Ercole...che lo sta aspettando, caricando il pugno destro.

-E questo è per spaccarti la faccia!

Per sua fortuna, Songbird non ha ancora ripreso i sensi. Il rumore del pugno è avvertito anche ad Atene, come una lontana esplosione. Ed ai confini della Grecia, i sismografi impazziscono scambiando il pugno di un dio arrabbiato per un terremoto.

 

 

Città dei Rospi, capitale della Lemuria Deviante

 

In queste sale, non molto tempo fa, il sovrano riconosciuto dei Devianti, Fratello Tode, teneva udienza. Era ambizioso, questo è certo, ma non per questo meritava di venir fuso, assieme ad altri Devianti in un gigantesco cubo organico e poi scagliato nello spazio profondo, pensa Kro contemplando il trono che ha reclamato come suo. Gli Eterni considerano i Devianti dei barbari subumani, ma in fatto di crudeltà non sono secondi a nessuno.

-Scusa se mi permetto di disturbare le tue preziose meditazioni, Maestà…- interviene Occhio di Falco -… ma posso ardire di chiederti che intenzioni hai adesso?

Kro si volta e lo guarda con quello che nelle sue intenzioni dovrebbe essere un sorriso.

-Non mi sfugge il sarcasmo nelle tue parole, umano.- risponde –Sono ben consapevole di essere poco più che il re di un cumulo di macerie, ma sono anche l’unico rimasto della Famiglia Reale dopo che Fratello Tode è… scomparso ed il principe ereditario Ranar è stato ucciso dai seguaci di Ghaur. Non abbandonerò il mio popolo.

-E quindi…?

-Visto che ormai è chiaro che c’è qualcuno che ha interesse a mettere Devianti ed Eterni gli uni contro gli altri, non sarò io a scatenare una guerra con i nostri vecchi nemici. Qualcuno potrà anche pensare il contrario, ma io apprezzo il valore della pace. Sia chiaro, però, che Lemuria non è e non vuol essere il protettorato di nessuno.

-Mi sembra giusto.- interviene Capitan America –Quando si cerca di imporre qualcosa con la forza, si finisce spesso per fare più male che bene.

-Ah, le sagge parole della Sentinella della Libertà eccetera eccetera- commenta Occhio di Falco.

–Scusate l’intrusione – esordisce Thunderstrike entrando nella sala - ...ma abbiamo un problemino.

-Un altro?- commenta, sconsolato, Occhio di Falco –Che è successo stavolta?

-I nostri compagni ad Olympia non rispondono.

 

 

Sulle montagne della Grecia

 

Iron Man e Sersi stanno volando il più velocemente possibile nella direzione opposta ad Olympia; ma per quanto tentino di accelerare, la regina Ki è sempre alla stessa distanza.

-Non credo di poter andare più veloce di così – confessa Sersi – Che ne dici di mettermi al corrente del tuo piano?

<<Puoi leggermi la mente?>> - chiede Iron Man.

-Cosa? Sì, non è proprio la mia specializzazione ma...

<<Allora aspetta solo un secondo, devo fare una cosa. Scusa, tolgo l’audio per qualche secondo>>

Ki lancia una scarica di raggi ottici; Sersi la schiva, afferrando Iron Man per un braccio perché cambi rotta. Fa a malapena in tempo: il raggio lo manca di pochi centimetri.

-Certo, fai pure con calma!

 

All’interno dell’armatura, Tony Stark ha inserito il pilota automatico: ha bisogno di concentrarsi, ed ha a disposizione solo pochi minuti. Mentre pensa i comandi, l’interfaccia neurale traduce i suoi pensieri in forma digitale interpretabile dal computer di bordo.

“Audio off. Divergere energia principale nella batteria multifunzione, isolando soltanto propulsione ed integrità strutturale. Attivare trasmettitore satellitare principale, connettersi al satellite Stark-7. Re-inizializzare accesso remoto, nome utente S4e774ead , password Orwell aveva ragione.”

Mentre sulla schermata proiettata direttamente sui suoi occhi appaiono i comandi e vengono descritte nei dettagli tutte le azioni secondarie, il software risponde.

“La connessione remota ha avuto successo. Batteria carica al 27%”

“Dammi un link diretto all’utente Jocasta3, connessione a banda larga”.

“Connessione stabilita”

 

 

In volo sull’Atlantico

 

Jocasta sta pilotando il Quinjet, quando senza alcun preavviso una voce nella sua testa comunica direttamente in codice binario:

>>Jocasta, sono Iron Man. Riesci a sentirmi?<<

Il robot quasi cade dal sedile, guardandosi attorno spaventata: qualcosa è appena entrato nel suo sistema senza il suo permesso.

-To...Iron Man? Cosa ci fai nella mia testa!?

>>Mi sono collegato tramite una back-door che avevo lasciato in fase di programmazione. Non ho molto tempo, la connessione è poco stabile e potrebbero uccidermi da un secondo all’altro<<

Anche se irritata per una simile invasione della privacy, Jocasta capisce dal tono di Iron Man che si tratta di un’emergenza. Non è il momento di discutere di diritti personali.

-Cosa ti serve?

>>Ho bisogno di calcolare una particolare frequenza, ed i miei computer di bordo non sono abbastanza potenti da isolarne una in mezzo a milioni di possibili combinazioni<<

-Non so se...non è meglio se ti colleghi con Visione? Il suo processore è molto più...

>>Jocasta, mi serve il tuo cervello, e mi serve subito<<

-Okay... ma la prossima volta, chiedi prima di entrare.

>>Ti devo un favore, e probabilmente anche la vita<<

-Se avessi un centesimo per tutte le volte che me l’hai detto potrei comprare i miei pezzi di ricambio...

 

 

Sulle montagne della Grecia

 

La Regina Ki scaglia mezza foresta addosso ai due Vendicatori, che Sersi non riesce ad evitare: trasmuta metà degli alberi in fiori e ne incenerisce l’altra metà, ma il vantaggio è quasi del tutto perso: Ki è proprio di fronte a loro.

-Iron Man, ora sarebbe un ottimo momento – gli ricorda preoccupata Sersi.

<<Sono pronto>> risponde il Vendicatore in armatura, scaricando metà della propria riserva di energia in un unico colpo di repulsori direttamente in faccia a Ki. L’Eterna viene colta di sorpresa, ed indietreggia per pochi secondi: quanto basta ad Iron Man per afferrare la mano di Sersi e riprendere la fuga.

-Tutto qui!? Ci sarà subito addosso! – protesta Sersi.

<<Leggi la mia mente e crea l’oggetto a cui sto pensando>> - risponde Iron Man, scollegando la batteria esterna dalla cintura dell’armatura.

-Ma non capisco nemmeno che cos’è...

<<Non importa, tu costruiscilo e basta! Non è fisicamente molto complesso, dovrebbero bastarti pochi secondi>>

-Hai davvero costruito una cosa del genere solo nella tua testa e memorizzato il progetto completo?

<<Ho avuto un aiuto esterno. Ce la puoi fare o no?>>

Sersi si ferma, posizionando le mani a coppa. Molecola dopo molecola si forma un complesso congegno, sbocciando come un fiore meccanico.

“Incredibile” pensa Tony Stark, ancora impressionato, dopo tutti questi anni, dai poteri degli Eterni.

Non si meraviglia affatto che siano stati così spesso scambiati per vere divinità!

Sersi sorride, cercando di nascondere lo sforzo necessario per costruire quasi dal nulla qualcosa di così complesso.

Ha in mente una battuta, ma non fa in tempo a dirla: improvvisamente afferra Iron Man per allontanarlo, ricevendo un pieno il colpo di energia scagliato da Ki. Precipita per centinaia di metri, ma poco prima di perdere i sensi riesce a lanciare l’oggetto verso Iron Man.

Il Vendicatore rosso e oro lo afferra, e ne collega la base alla batteria esterna: finalmente è pronto. E Ki è dietro di lui, mentre solleva telecineticamente un’intera collina.

-E’ troppo tardi per implorare, umano.

<<Sai, continuavo a chiedermi: come diavolo fanno gli Eterni a fare cose ben oltre le capacità fisiche degli umani?>> domanda Iron Man, apparentemente ignaro del fatto di poter morire dolorosamente da un istante all’altro <<Gli Eterni di Olympia usano principalmente la telecinesi, ma voi di Eridu siete diversi vero? L’ho capito quando hai disintegrato la montagna che ti ha scagliato addosso Ercole: i miei strumenti hanno rilevato una firma energetica particolare>>

-Chiaramente sei pazzo, umano. Pensi di salvarti con le parole? Non riesci a vedere che è tutto inutile? Persino gli olympiani non sono riusciti a fermarci!

<<So che cosa usate, Ki. L’ho già studiato: è Potere Cosmico. Beh, non proprio: è una forma molto più rozza, molto più elementare... molto più vicina al normale spettro elettromagnetico di quella usata da Silver Surfer, quindi non siete al suo livello... ma la conosco. L’ho studiata>>

-Tu? Uno sporco animale inferiore, studiare i segreti dell’universo? Hai idea di cosa sono capaci di fare le nostre menti, dopo duemila anni di allenamento?

<<Lascia che ti mostri cosa ha fatto la razza umana negli ultimi duemila anni, Ki>> risponde Iron Man, attivando il dispositivo.

Ki sposta un braccio in posizione difensiva, aspettandosi un qualche tipo di attacco... ma non succede niente. Invece, nota che il suo corpo inizia a risplendere di energia, che si dissipa nell’aria in una miriade di bolle colorate. E più le bolle evaporano, più si sente debole... e più la gravità reclama la collina che stava sollevando.

-Cosa... cosa mi stai facendo!?

<<Considerala un’arma anti-Eterni. Sto creando un’interferenza che ti impedisce di assorbire energia esterna, quindi non hai più niente per i tuoi bei trucchi. Né per levitare>>

La regina precipita verso quella che per un umano sarebbe una morte certa. Non essendo del tutto sicuro che una cosa del genere sarebbe fatale per Ki, nelle sue condizioni attuali, Iron Man scende di quota e l’afferra, facendola atterrare dolcemente.

<<Gli umani non sono più vulnerabili come un tempo, Ki. Tutto quello che vi rendeva superiori erano le vostre capacità mentali... e adesso abbiamo imparato a togliervele. Non ho niente contro la tua gente, e siete liberi di uscire da Eridu quando volete... ma se proverete ancora a fare del male a qualcuno, umano o Eterno o Deviante che sia, saremo bene armati. E per allora, potremmo anche aver trovato i mezzi per togliervi definitivamente i poteri... e rendervi degli sporchi animali come noi>>.

Ki sembra rimasta senza parole, ancora shockata dalla perdita dei propri poteri. Sersi si avvicina, evidentemente sopravvissuta senza neanche un graffio al suo attacco.

-Questa è la risposta diplomatica, Ki. Ma se vogliamo essere onesti, c’è qualcosa che voglio dirti da cinquemila anni.

Sersi colpisce con un pugno alla mascella la regina, che crolla a terra immediatamente.

<<Mascella di vetro. Chi l’avrebbe mai detto? Stai bene?>>

-Quell’affare mi sta facendo venire un’emicrania, ma per il resto benissimo.

<<Riesci ad usare i tuoi poteri?>>

-Al momento no, ma se avessi il tempo di concentrarmi potrei aggirare il campo. Forse perché non uso i miei poteri come fanno ad Eridu... comunque non credo sarebbe un’arma troppo efficace in una guerra vera e propria.

<<Bene. Perché l’ho costruito proprio per non doverne combattere una.>>

 

 

Per le strade di New York.

 

Bloodaxe si aggira in cerca di preda. La sete di sangue della sua ascia incantata è alimentata dalla rabbia e dalla frustrazione di Bobby Steele e solo quella scintilla di morale che è rimasta in lui lo spinge a rivolgere la sua furia contro i criminali, almeno per ora.

<<Bloodaxe!>>

Improvvisamente, di fronte al sanguinario essere è apparsa un’immagine, quella del Barone Zemo.

<<Io sono…>>

-Lo so chi sei.- replica Bloodaxe –Dimmi perché non dovrei affondare la mia ascia nel tuo cranio.-

<<Primo, perché io non sono veramente qui: quella che vedi è solo un’immagine proiettata da un luogo sicuro e poi perché io posso offrirti ciò che tu aneli di più Non dovrai più sfogare la tua rabbia sul primo che ti capita. Io ti offro la vendetta su colui che tu odi di più al mondo: colui che è chiamato Thunderstrike.>>

Bloodaxe rimane in silenzio, come se una silenziosa battaglia si svolgesse dentro la sua psiche torturata, poi la sua voce sepolcrale eccheggia di nuovo:

-Dimmi di più.-

 

 

Città dei Rospi, Capitale di Lemuria

 

-Siamo lieti di sentire che adesso va tutto bene, Testa di Ferro.- sta dicendo Occhio di Falco. Dopo un bel po’ di tentativi, finalmente le comunicazioni con la squadra di Olympia sono state ristabilite.

<<Beh, abbiamo avuto dei problemi abbastanza seri, non lo nego...>> risponde Iron Man <<…ma credo che siamo riusciti a risolverli. E da voi com’è andata?>>

-Le solite cose: un sabotaggio, una rivolta popolare ed un po’ di atti eroici in stile Vendicatori. Ci conosci. Dimenticavo di dirti che abbiamo scoperto che il sabotatore non era un Eterno od un Deviante, ma un Lemuriano.

<<Vuoi dire uno degli abitanti del regno sottomarino? Questo sì che è interessante, perché...>>

Iron man non finisce la frase, perché in quel momento nella sala del trono di Lemuria entra Phastos l’Eterno.

-Abbiamo dei seri problemi.- annuncia –La cupola che protegge La Città dei Rospi dall’Oceano Pacifico è stata danneggiata e presto potrebbe crollare.

-Mai che arrivino dei messaggeri di buone notizie da queste parti.- commenta Occhio di Falco.

 

 

Da qualche parte, nella Federazione Russa.

 

Due uomini che indossano le tute termiche dello S.H.I.E.L.D. si muovono circospetti lungo un tunnel. Nessun rumore li accompagna, a parte quello dei loro passi.

-Lo ammetto Dimitri…- dice uno dei due -… è inquietante che proprio qui ci fosse un’installazione segreta dell’A.I.M. e che noi l’abbiamo scoperto solo grazie ad un’esplosione registrata dai nostri strumenti. Mi chiedo, però, cosa…

-Silenzio!- lo apostrofa il compagno –Mi è sembrato di sentire qualcosa là, in fondo al tunnel.

<<Il suono della vostra morte!>> dice una voce innaturale.

Gli agenti sparano, ma è inutile e per pochi, brevi, istanti il tunnel riecheggia delle loro urla, poi cala di nuovo il silenzio.

 

 

Città dei Rospi, Capitale di Lemuria

 

Agli occhi degli osservatori la crepa nella cupola che protegge il piccolo stato sotterraneo Deviante è abbastanza evidente.

-Per fortuna è ancora abbastanza piccola.- commenta Thunderstrike –Dovremmo riuscire a ripararla prima che si allarghi troppo.

-I tuoi poteri non possono…- inizia a dire Kro, che è in piedi su una piattaforma volante.

-Amico, io non sono Thor o uno di quei supereroi da cartone animato che hanno sempre a disposizione il potere giusto per ogni occasione. La mia mazza ha dei limiti. Se serve, posso creare una sorta di vortice che impedisca all’acqua di entrare, ma tocca ad altri fare le riparazioni.

-Ed è qui che entriamo in ballo noi.- interviene Machine Man –Phastos può individuare il modo migliore per chiudere la breccia e quanto a me…vi ho mai detto che il mio eccezionale armamentario può essere facilmente convertito in un’attrezzatura da saldatore?

-Ed io volevo davvero essere il capo di questi qui?- commenta Occhio di Falco.

-Bando alle ciance, amici.- dice Phastos, l’Eterno –Ora bisogna agire. Ho già provveduto a fondere il pezzo che sostituirà quello danneggiato, ora si tratta di sostituirlo. Thunderstrike tu sta pronto a respingere le acque se sarà necessario. Machine man rilascia la tua energia in questo punto, io provvederò con i miei raggi oculari in quest’altro. Cominciamo adesso.

 

Pochi minuti dopo la cupola è di nuovo integra ed i Vendicatori e Phastos si fermano ad ammirare il loro lavoro.

-Mi pare perfetta.- commenta Thunderstrike –Non si vede alcuna differenza… a parte, forse, una maggiore brillantezza.

-Dettagli, puri e semplici dettagli.- è il commento di Phastos.

-Mi chiedevo…- esordisce Capitan America -… se il danno alla cupola è stata una conseguenza non voluta o faceva parte del piano di chiunque ci sia dietro tutto questo… e vale la pena di dire che non sappiamo ancora chi sia.

-Lo scopriremo, Junior, puoi starne certo.- gli replica Occhio di Falco.

-Chiunque sia il colpevole, il cui scopo, mi pare chiaro, era provocare una nuova guerra tra Eterni e Devianti, ha fallito. La convivenza tra le nostre due specie non sarà mai facile, ma non per questo torneremo indietro. Il cammino iniziato continuerà.

-Mi pare un’ottima cosa, Kro.- gli risponde Cap –Certo se ti ricordassi anche delle libertà civili del tuo popolo…

Occhio di Falco fa un sogghigno divertito e commenta:

-Junior, avrai anche ragione, ma il tempismo non è il tuo forte.

-Può darsi.- replica Jeff Mace sorridendo –Ho ancora tanto da imparare, dopotutto.

-Io direi finora hai imparato piuttosto bene… Cap. Su, vieni: è ora di prepararci a rientrare. Scommetto che Testa di Ferro avrà un bel po’ di cose interessanti da raccontarci quando ci incontreremo.

 

 

Olympia, città degli Eterni

 

Di fronte al secondo Quinjet atterrato nella città eterna in questa giornata movimentata, l’Uomo Sabbia si avvicina al Fante di Cuori.

-Sembra che ci siamo persi tutto il divertimento un’altra volta... ehi, tutto a posto?

-Come? Oh, sì, stavo solo pensando.

-Sicuro di sentirti bene, Fante? Ultimamente sei sempre con la testa tra le nuvole...anche Visione sembra più allegro di te!

-E’ tutto a posto – mente l’eroe, allontanandosi per restare un po’ da solo. Quando con la coda dell’occhio vede Iron Man parlare con Visione, però, non riesce a fare a meno di ascoltare:

-Si è trattato chiaramente di una trappola. Chiunque ci sia dietro a questi attentati, sapeva perfettamente come avremmo reagito.

<<E’ questo che mi spaventa, Visione. Siamo così prevedibili? Un’esplosione in un punto caldo del pianeta, e tutti si aspettano che interveniamo lanciandoci a testa bassa contro il primo bersaglio disponibile>>

-Hai agito in modo comprensibile date le circostanze, Iron Man: gli Eterni di Eridu erano una chiara minaccia, ed andavano fermati prima che mietessero ulteriori vittime.

<<Avrei dovuto capire fin da subito che erano solo delle pedine, però. Se ci fossimo fermati un attimo a pensare...>>

-Ironico, dato che li hai sconfitti grazie al tuo genio scientifico, ma credo di aver capito il tuo punto. Stiamo ancora ragionando come l’Ordine, in un certo senso...per quanto io stesso faccia fatica a considerarlo, sembra che anche i sintezoidi non siano immuni dal continuare ad usare tattiche fallite.

<<A che stavamo pensando, Visione? Far vivere forzatamente Eterni e Devianti nella stessa città, dopo secoli... centinaia di secoli di ostilità...>>

-Il passato è passato, Iron Man. Ma credo di avere un’idea di come riparare ai nostri torti. E forse, col tempo, come trovare un nuovo corso per i Vendicatori.

<<Che cosa hai in mente?>>

-Fante di Cuori? – chiede Jocasta, appoggiando una mano sulla spalla dell’eroe che solo ora si rende conto di essere rimasto immobile, con gli occhi fissi sui Vendicatori.

-Che strano; per un attimo mi è sembrato...no, probabilmente non è niente – continua a mentire l’eroe.

 

Songbird, Sersi e Gilgamesh osservano Thena esaminare il corpo privo di sensi di “Aletheo”. Sospeso telecineticamente a mezz’aria, l’Inumano dalla pelle blu sembra perfettamente innocuo.

-E’ un Inumano, non ci possono essere dubbi al riguardo. C’è ancora energia psichica residua attorno a lui; da quel poco che posso capire, la sua mente era capace di emettere una sorta di “campo di familiarità”...stupefacente che abbia nascosto la propria identità ad un’intera città di telepati.

-Chi lo ha mandato doveva sapere che il vero Aletheo è nello spazio – comprende Sersi – Possibile che ci sia un’altra spia ad Olympia?

-L’unico modo per saperlo è condurre un’indagine genetica dell’intera popolazione... non dovrei impiegare più di qualche minuto - risponde Thena, chinando il capo e chiudendo gli occhi.

-Può farlo così, solo pensandoci? – si meraviglia Songbird.

-Per la mente di un Eterno, nulla è impossibile...tranne abbandonare i vecchi rancori – riflette Gilgamesh – Zuras... a quanto ho capito, Kro è ora a capo dei Devianti.

-Così è – risponde il re degli immortali, che dando le spalle ai Vendicatori sta osservando splendida Olympia già ricostruita alla perfezione dopo gli ultimi scontri – Anche se non ho mai compreso l’infatuazione di mia figlia per un Deviante, è un leader giusto. Nei tempi andati, forse avrei ordinato una rappresaglia a Lemuria... giusto nel caso siano loro i veri burattinai. Ma ci sono state così tante guerre...e non avranno ancora finito di riparare la propria città.

-Zuras...è chiaro che Olympia non ha molto da offrirmi, così come Eridu, così come le città dei mortali – riflette aspramente Gilgamesh – Con il tuo permesso, credo mi recherò a Lemuria per aiutarli nella ricostruzione. Per qualche decennio, se non altro.

-Vecchio amico, da quando hai bisogno del mio permesso per decidere cosa fare? – sorride Zuras.

Visione ed Iron Man atterrano di fronte al re proprio in questo momento. E’ il sintezoide a prendere la parola:

-Agire evitando di considerare le conseguenze è esattamente ciò che ci ha portato tutti in questa situazione. Prima di lasciare la città, Zuras, avrei qualcosa da dire a nome dei Vendicatori. Visione mostra a Zuras il congegno costruito da Iron Man, l’arma anti-Eterni che ha posto fine alla minaccia degli Eterni di Eridu.

-Questa è un’arma, Zuras. Un’arma di difesa, ma pur sempre un’arma. Poco efficace al momento, forse, ma se sviluppassimo questa tecnologia...conosci l’ingegnosità degli esseri umani, ormai. Questo potrebbe facilmente diventare l’inizio di una guerra per il controllo del pianeta.

-Questa è una minaccia, uomo meccanico?

-No, Zuras. Queste sono le nostre scuse.

Visione si inginocchia, porgendo a Zuras l’arma come sorta di trofeo. L’imponente uomo dalla folta barba rossa è più vecchio di quanto chiunque potrebbe mai sperare di essere; solo immaginare ciò che ha visto nella sua lunga, lunghissima vita sarebbe troppo per qualsiasi essere umano.

Ed ora è rimasto senza parole.

Poi, dopo un periodo che sembra un’eternità...prende in mano il congegno. E scoppia a ridere, distruggendo il congegno in una stretta titanica. E’ una risata vitale, liberatoria, umana. Alcuni dei presenti, pur avendolo conosciuto per millenni e considerandolo un padre, non l’hanno mai visto così.

-Umani...anche quando avrò vissuto un milione di anni, non smetterete mai di sorprendermi.

-Finito – annuncia Thena – Ho analizzato la struttura genetica di chiunque si trovi ad Olympia.

<<Nessuna spia potenziale?>>

-A parte i Devianti ed i Vendicatori, ho rilevato solo degli Eterni... ed una mezza Eterna, ovviamente – risponde Thena, guardando Songbird.

-Cosa? – si meraviglia la diretta interessata.

-Visto cosa intendevo? – sorride Zuras.

 

 

Nel rifugio segreto del Barone Zemo

 

Helmut Zemo guarda compiaciuto il suo piccolo esercito di supercriminali, riunito nel salone sotto di lui e si volge verso Fixer, in piedi al suo fianco:

-Perfetto. Adesso direi che siamo pronti.

-Intendi far loro un “discorso dal balcone”, Barone?

  Zemo si lascia sfuggire una risatina.

-Perché no, amico mio? Le truppe hanno sempre bisogno di essere galvanizzate prime dell’inizio di una battaglia dopotutto.

 

Da qualche parte

 

Qualcuno sta osservando i Vendicatori, anche se è difficile comprendere come. In totale solitudine, nell’oscurità da chissà quanto tempo. Eppure la sua mente è ad Olympia, a Lemuria, a New York, ed ovunque qualcuno si stia preparando ad incrociare la propria strada con i Vendicatori.

-Sarà divertente – sorride l’osservatore. Se qualcuno potesse vederlo, sicuramente avvertirebbe un brivido lungo la schiena.

 

CONTINUA

 

Nel prossimo numero: i Signori del Male. ‘Nuff Said.

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

Poco da annotare, stavolta, se non un paio di cosette:

 

1)      Ghaur, citato più di una volta nella storia, per quanto non appartenga al gruppo di personaggi originali creati da Jack Kirby (è stato, infatti, creato da Peter B. Gillis & Sal Buscema nella miniserie degli Eterni uscita tra l’ottobre 1985 ed il settembre 1986), è comunque diventato un classico “Deviante cattivo” (si, ne esistono anche di buoni. -_^). Diventato alto sacerdote ha cercato di assumere il controllo del trono facendo uccidere il legittimo erede, Tanar, figlio di Tode, ma è stato sconfitto. In seguito è diventato adepto di Set e si è alleato con Llyra nel crossover “Atlantide attacca”. Ha tentato di prendere il potere nella Lemuria Deviante più e più volte riuscendo sempre sconfitto. L’ultima volta riportando anche la perdita di un braccio. Non sappiamo ancora che fine abbia fatto dopo di allora, ma dubitiamo che sia lui la mente dietro tutto quanto è successo. Avremo ragione? -_^

2)       Llyra è una nemica di Namor, il Sub Mariner (creata da Roy Thomas & Sal Buscema su Sub Mariner #32 del dicembre 1970), con cui condivide un’origine simile. Suo padre, infatti, era un principe di Lemuria, l’impero sottomarino che si estende per tutto l’Oceano Pacifico, e sua madre una donna di superficie. Come Namor possiede una superforza maggiore di quella di ogni lemuriano standard, può respirare sia l’aria che l’acqua, ma non può volare. In compenso può assumere l’aspetto di una comune donna di superficie o di chiunque voglia. Neanche lei è presente in questa storia. E allora perché ne abbiamo parlato? Mah, chissà, può darsi che queste informazioni possano farvi comodo, prima o poi… o forse no. -_^

3)      Subito dopo gli eventi di quest’episodio, Capitan America si reca nel Regno Unito per un’avventura con la Torcia Umana, Namorita, Union Jack ed altri ancora in capitan America Annual #2, che vi preghiamo di non farvi scappare. -_^

4)      Iron Man avrà, invece, il suo bel daffare con… ma scopritelo da voi leggendo la sua serie, perché rovinarvi la sorpresa? Tranquilli, però, perché sarà di nuovo tra noi nel prossimo episodio in tempo per l’arrivo dei Signori del Male e, credeteci sulla parola, non saranno rose e fiori. -_^

 

 

Carlo & Fabio

 

 

 

 



[1] Come si è visto tanto tempo fa nel crossover “Atlantide attacca”